Ed eccoci giunti all’ultima tappa del nostro girovagare in terra Patagonica.

Raggiungiamo El Chalten in due orette e mezza di autobus da El Calafate. 

El Chalten é un piccolo villaggio fondato il 12 ottobre del 1985 ed è definita la “capitale nazionale del trekking”. 

Da Wikipedia 

“Chaltén” è una parola tehuelche che significa montagna fumante, siccome loro credevano fosse un vulcano per la sua cima la maggior parte del tempo coperta da nuvole.

Montagna fumante . . .  Magari avessimo potuto vederla anche solo fumare ! 😂 Purtroppo siamo riusciti ad intravedere parzialmente il Fitz Roy solo il giorno dell’arrivo , per giunta dal pullman . Dopodiché il nulla, i due cerros (cerro torre e cerro fitz roy ) sono letteralmente scomparsi dietro le nuvole . 

Nella foto qui sotto , in fondo , si intravede. 

Il tempo é stato quasi sempre brutto , con raffiche di vento fortissime . Siamo giusto riusciti a fare un trekking significativo il secondo giorno , fino a laguna torre (affrontando in parte pioggia mista a ghiaccio e vento ) . E l’ultimo giorno a laguna capri . 

Il posto è comunque bellissimo e i sentieri tenuti benissimo . Impossibile perdersi : I sentieri sono segnalati benissimo e ogni km c’é il paletto che indica la distanza percorsa . Avremmo voluto poterne approfittate di più, ma bisogna accontentarsi . D’altronde nelle tappe precedenti siamo stati più che fortunati con il meteo . 
Ora ci tocca salutare la terra Patagonica, si torna a Buenos Aires per gli ultimi giorni del nostro viaggio . 

Voi tutti ci mancate , quindi siamo contenti di tornare! 

Ora Stefano metterà qualche foto ! Anche se qui non si è potuto sbizzarrire come avrebbe voluto ! 

E finalmente Big Ice! Ossia escursione di una giornata intera sul ghiacciaio più famoso del sud America : il perito Moreno ! 

La sveglia domenica mattina suona prestissimo : alle 5:30 ! Alle 7 passa a prenderci il pullman per l’escursione. In realtà passerà alle 7:30 passate perché siamo l’ultimo hotel in direzione ghiacciaio . Un’oretta e mezza di autobus, pagamento (caro) dell’entrata al parco, sosta alle passerelle per vedere il lato nord del ghiacciaio . É davvero imponente , fa impressione ! Vediamo anche un gigantesco pezzo di ghiaccio staccarsi ! 

Rimaniamo sulle passerelle panoramiche una quarantina di minuti , dopodiché risaliamo sull’autobus che ci porta all’imbarco del traghetto. Una ventina di minuti di navigazione e inizia il trekking con le guide! 

La nostra guida Marcus , non è in campione di simpatia . Passo deciso, poche soste, poche spiegazioni . . . Molta fretta di ripartire dopo le pause. Ma comunque preparato e pronto ad aiutare nei passaggi un pochino più complicato. Il suo assistente (Stefano dice si chiami Pedro ma a me non sembra)  invece è molto più carino e simpatico e per tutta l’escursione ha corso a destra e sinistra per assisterci nei passaggi critici. Marcus è stato particolarmente cordiale solo con le due ragazze italiane in viaggio da sole per la Patagonia . 

Ma al di là di Marcus e Pedro . . . Dopo un’ora e mezza di sentiero che costeggia il ghiacciaio (sentiero in salita nell’ultimo tratto ) ci infiliamo i ramponi ! E inizia il vero e proprio trekking sul ghiacciaio , 3 ore e mezza! Vediamo crepacci, sink hole (pozzi enormi di acqua cristallino che arrivano fino alla base del ghiacciaio ) , una piscina in mezzo al ghiaccio. . .  Uno spettacolo della natura . Parleranno le foto. . . Che non renderanno mai abbastanza rispetto la realtà . 

É un trekking impegnativo ma fattibile . Loro lo limitano dai 18 ai 50 anni di età e ti fanno firmare un’auto certificazione di buona salute. 

Al rientro in traghetto viene offerto ai partecipanti un bicchiere di whisky con dentro un cubetto di ghiacciaio ! 

Bellissima esperienza ! Torniamo in hotel che sono quasi le 7 di sera. Stanchi ma soddisfatti dell’impresa! 

Ora le foto ! 

Ed eccoci finalmente alla fine del mondo! Fin dall’atterraggio è stata un’emozione unica!

Il nostro hotel dista dal centro circa 5 km, ma è in una posizione bellissima: dalla camera abbiamo una splendida vista sul canale di Beagle, che unisce l’oceano Atlantico con il Pacifico.

La città in se non è eccezionale: é una città portuale che ultimamente sta crescendo in maniera molto disordinata. Sono moltissimi infatti gli argentini che si trasferiscono qui attratti dai salari più alti rispetto alla media del resto del paese. Qui, come del resto in tutta la patagonia, é tutto parecchio caro.

Il pomeriggio in cui siamo arrivati abbiamo fatto un giro in centro, chiudendoci anche in un bar perché tirava un vento decisamente gelido. Siamo in piena primavera e le condizioni climatiche qui nell’estremo sud sono molto variabili.

Il pomeriggio successivo (mercoledì ) lo dedichiamo ad un interessante navigazione lungo il canale di beagle, che è diviso tra Cile e Argentina . Avvistiamo cormorani e leoni marini.

Un particolare che abbiamo notato nelle cartine geografiche appese nel corridoio del nostro hotel: l’Argentina non ha mai riconosciuto la sovranità inglese delle Isole Malvinas (Isole Folkl…. Shhhhh… Qui non si puo dire quella parola). 

Giovedì invece abbiamo fatto un trekking nel parco nazionale con tanto di tratto in canoa. Stefano é stato scelto come timoniere del seguente equipaggio: io e due donne olandesi di mezza età. Che dire…. Lascio i commenti a Stefano….

Scherzi a parte, trekking parola grossa . Percorso fattibile e panorami stupendi. 

 Venerdì pomeriggio abbiamo invece fatto un trekking alla bellissima laguna Esmeralda e al ritorno ci siamo appostati per avvistare i castori. Questi animali furono introdotti nella terra del fuoco nel 1948  dai militari che volevano utilizzare la loro pelliccia. Vennero introdotti 50 esemplari. Purtroppo però qui non hanno predatori e quindi i castori sono cresciuti a dismisura con conseguenti danni ai boschi. Inoltre la loro pelliccia non è utile : gli inverni non sono freddi come in Canada e quindi non sviluppano un pelo lungo. Insomma sono una vera e propria piaga per il territorio. Tanto che il governo sta varando un piano per eliminarli, pagando chi decida di cacciarli. 

Al di là di questo, abbiamo visto da vicino ben due castori intenti a mangiare la corteccia di un ramo! Saranno un problema per  l’ecosistema ma vederli è stato emozionante. Anche le loro opere ingegneristiche non sono cosa da poco. L’escursione si è conclusa con una cena organizzata dalle guide in una capanna in mezzo al bosco (abbiamo mangiato la zuppa di lenticchie – niente castoro). Un bel pomeriggio! 

Domani si vola a El calafate. E domenica si fa sul serio: ci aspetta l’escursione sul perito Moreno! 

 

Eccoci! Non siamo più riusciti a scrivere causa scarsa connessione Wi-Fi! 

Sabato mattina ci siamo spostati , sempre con la nostra scattante fiat palio fire, a Puerto Piràmides un villaggetto di 500 abitanti che in questa stagione si popola di turisti per l’avvistamento delle balene. 

Prenotiamo subito l’uscita in barca per l’avvistamento balene! L’uscita dura un’ora e mezza, é cara (come tutto in Patagonia – solo la benzina è conveniente), ma vale tutti i soldi spesi! 

Vedere saltare le balene è un’emozione unica! Abbiamo visto anche i piccoli! Un cucciolo è anche passato sotto la barca! La visita è poi proseguita verso una colonia di leoni marini! Qui Stefania non si é goduta molto quest’ultimo avvistamento perché l’imbarcazione ballava parecchio. 


Il giorno successivo, domenica, giriamo in auto praticamente tutta la penisola. Più di 300 km su strade sterrate! Ad un massimo di 60 km/h perché guanacos (sono dei lama), pecore e altri animali hanno la precedenze e possono attraversare in qualsiasi momento! 


Arriviamo a punta norte, caleta valdes, punta cantor e punta delgada. 

A punta delgada, accompagnati da una guida, scendiamo verso la spiaggia per avvistare gli elefanti marini! Riusciamo a vedere anche due maschi che lottano per difendere il loro harem! 


Rientrati a Puerto Piràmides la sera, le masse di turisti se ne sono andate e noi riusciamo a goderci il villaggetto stile farwest con i cani che girano liberi per le uniche due vie del paese. Uno di questi la sera prima ci ha accompagnato fino alla porta dell’hotel… Dopo il pinguino continua la saga: porta a casa un animale dalla Patagonia! 😂

Ora le foto… E questa volta è difficile selezionarle! 

Hasta luego ! 

Questa mattina la suona sveglia alle 3 del mattino. Alle 3:45 passa a prenderci l’autista per portarci all’aeroporto : alle 5:15 abbiamo il volo per Trelew – penisola valdes!

Assonnati ma super  motivati ci richiamo al banco dei check in di aerolinas argentinas. La giovane argentina inizia ad agitarsi per cercare il suo responsabile e ci dice che c’é un problema : siamo in overbooking! Ci spostano sul volo delle 9:45….. E noi che speravamo di goderci fin dal mattino i pinguini! 

Non disperiamo e passiamo le restanti 5 ore in aeroporto in attesa del volo successivo. È il nostro primo overbooking.. Prima o poi doveva capitare. 

Dopo un volo di due ore atterriamo nel piccolo aeroporto di trelew e ritiriamo quello che sarà il nostro mezzo di locomozione per i prossimi 4 giorni : una scattante fiat palio fire (a quanto pare in Argentina le producono ancora!). 

Ci dirigiamo finalmente verso punta tombo, una grandissima pinguinera! Sono dappertutto! È il periodo della cova e molti di loro sono nelle  tane a tenere al caldo le uova. Esperienza fantastica, i pinguini sono abituati a noi spiumati  e a volte sembra che si mettano in posa per le foto. 

Rientrando al parcheggio un pinguino ci ha addirittura scortato fin quasi alla macchina! 

Ecco le foto! 

Eccoci! Finalmente riusciamo a scrivere qualche riga! 
Iniziamo col viaggio Roma-Buenos Aires di 14 ore. Aereo pieno di over 70 probabilmente di rientro da una visita a papa Francesco. Dopo la visione di un film (l’ignorantissimo “X men apocalipse” per Stefano e il film romantico strappalacrime “io prima di te” per me) proviamo a dormire. La classe economica Alitalia non aiuta. Stefano ha dormito 10 ore di fila. Io se va bene 5 ore. 
Ma parliamo di Buenos Aires, che ovviamente ci ha accolto con una copiosa pioggia primaverile accompagnata da vento freddo! 
Il primo giorno lo dedichiamo ad un tour generale della città su un pulmino, accompagnati da una guida. Scelta perfetta considerando il giorno di pioggia. Il tour ci ha illustrato i vari barrios (quartieri) della capitale: la centralissima Plaza de mayo con la casa rosada, sede del governo ; il quartiere borghese di Recoleta; San Telmo, dove la domenica si tiene un bellissimo mercato di antiquariato; la Boca con il famoso stadio e le caratteristiche casette colorate e per finire il nuovo e moderno quartiere di Puerto Madero. 
Al rientro in hotel ci troviamo ad arginare l’enorme manifestazione contro il femminicidio organizzata dall’associazione ‘ni una menos’ (nemmeno una di meno). 
Oggi invece in mattinata abbiamo visitato il teatro Colòn, uno dei più importanti al mondo anche per la sua acustica. Bellissimo. Successivamente visita al museo nazionale di belle arti che oltre ad essere gratuito presenta anche opere di Van Gogh, Monet e Gauguin. 
Ce la stiamo prendendo con calma… Anche perché torneremo a Buenos Aires gli ultimi giorni del viaggio e li dedicheremo ad una visita più approfondita. 
Domattina sveglia prestissimo perché abbiamo l’aereo per Trelew (penisula valdes) alle 5:15! 😱 ma per vedere le balene e i pinguini é uno sforzo da fare! 
Ora qualche foto!