Ed eccoci finalmente alla fine del mondo! Fin dall’atterraggio è stata un’emozione unica!
Il nostro hotel dista dal centro circa 5 km, ma è in una posizione bellissima: dalla camera abbiamo una splendida vista sul canale di Beagle, che unisce l’oceano Atlantico con il Pacifico.
La città in se non è eccezionale: é una città portuale che ultimamente sta crescendo in maniera molto disordinata. Sono moltissimi infatti gli argentini che si trasferiscono qui attratti dai salari più alti rispetto alla media del resto del paese. Qui, come del resto in tutta la patagonia, é tutto parecchio caro.
Il pomeriggio in cui siamo arrivati abbiamo fatto un giro in centro, chiudendoci anche in un bar perché tirava un vento decisamente gelido. Siamo in piena primavera e le condizioni climatiche qui nell’estremo sud sono molto variabili.
Il pomeriggio successivo (mercoledì ) lo dedichiamo ad un interessante navigazione lungo il canale di beagle, che è diviso tra Cile e Argentina . Avvistiamo cormorani e leoni marini.
Un particolare che abbiamo notato nelle cartine geografiche appese nel corridoio del nostro hotel: l’Argentina non ha mai riconosciuto la sovranità inglese delle Isole Malvinas (Isole Folkl…. Shhhhh… Qui non si puo dire quella parola).
Giovedì invece abbiamo fatto un trekking nel parco nazionale con tanto di tratto in canoa. Stefano é stato scelto come timoniere del seguente equipaggio: io e due donne olandesi di mezza età. Che dire…. Lascio i commenti a Stefano….
Scherzi a parte, trekking parola grossa . Percorso fattibile e panorami stupendi.
Venerdì pomeriggio abbiamo invece fatto un trekking alla bellissima laguna Esmeralda e al ritorno ci siamo appostati per avvistare i castori. Questi animali furono introdotti nella terra del fuoco nel 1948 dai militari che volevano utilizzare la loro pelliccia. Vennero introdotti 50 esemplari. Purtroppo però qui non hanno predatori e quindi i castori sono cresciuti a dismisura con conseguenti danni ai boschi. Inoltre la loro pelliccia non è utile : gli inverni non sono freddi come in Canada e quindi non sviluppano un pelo lungo. Insomma sono una vera e propria piaga per il territorio. Tanto che il governo sta varando un piano per eliminarli, pagando chi decida di cacciarli.
Al di là di questo, abbiamo visto da vicino ben due castori intenti a mangiare la corteccia di un ramo! Saranno un problema per l’ecosistema ma vederli è stato emozionante. Anche le loro opere ingegneristiche non sono cosa da poco. L’escursione si è conclusa con una cena organizzata dalle guide in una capanna in mezzo al bosco (abbiamo mangiato la zuppa di lenticchie – niente castoro). Un bel pomeriggio!
Domani si vola a El calafate. E domenica si fa sul serio: ci aspetta l’escursione sul perito Moreno!